Che genere di enciclopedia? Maschile (Parte 17: Conclusioni)

 
La Wikipedia italiana nel 2024

(prosegue dalla parte sedicesima)

15. Conclusioni

La vicenda di Camelia Boban e WikiDonne autorizza alcune conclusioni. Come sempre, le conclusioni sono discutibili, ma credo che siano suffragate dal materiale che ho raccolto e analizzato. 

In breve, ritengo che l'espulsione di Camelia non sia stata provocata da comportamenti "problematici", contrari al codice di condotta, e nemmeno da atteggiamenti ostili, eccessivamente polemici o insistenti, ma dalla combinazione fatale tra il sessismo inconsapevole ma diffuso in una comunità digitale a prevalenza maschile, le tendenze editoriali ipercancellazioniste proprie della Wikipedia italiana, la struttura gerarchica ed escludente di una comunità basata sul prestigio personale e sul rifiuto del dissenso, la mancanza di procedure di discussione formale non focalizzate sul comportamento degli utenti, ad eccezione delle PdC, e la stretta disciplinare che soffoca le discussioni interne

Nei paragrafi che seguono, cercherò di spiegare e giustificare ognuna di queste tesi.

15.1. Comportamenti e atteggiamenti di Camelia

I comportamenti e gli atteggiamenti di Camelia sono quasi impeccabili. Camelia inizia a contribuire attivamente alla Wikipedia italiana nel 2016. Dopo un periodo iniziale di apprendimento, durante il quale commette alcune leggerezze comprensibili in un'utente inesperta (ad esempio, alcuni toni accesi con Euphydryas a proposito della PdC su Rosina Frulla del 2016, dei quali si scusa subito, e il tweet dello stesso anno sul template:E nella voce su Lidia Mannuzzu, attribuito a un "utente maschio"), Camelia dimostra presto di comprendere l'importanza di una comunicazione controllata e mirata, su Wikipedia indispensabile affinché sia possibile la collaborazione tra volontari che non si conoscono personalmente. 

Dal 2017 in poi, nessuno dei commenti di Camelia può essere descritto come incompatibile con i principi della wikiquette e della civility, per quanto rigorosamente intesi. Non solo non ci sono veri e propri attacchi personali diretti, ma nemmeno quegli atteggiamenti ostili preconcetti e partigiani che in gergo wikipediano sono chiamati "da campo di battaglia", né quei commenti negativi sugli utenti, privi di fondamento, ripetuti nel tempo, che consistono nel "gettare fango" (ciò che sulla Wikipedia inglese chiamano "casting aspersions"). Inoltre, gli interventi di Camelia rimangono sul tema della discussione e sono continenti e appropriati: non usa le pagine di discussione come un "forum", un mezzo di propaganda o di reclutamento per una politica femminista o di altro tipo. Non ci sono tentativi di prolungare inutilmente le discussioni nelle quali non ha il consenso, né invalicabili "muri di testo", interventi ripetuti e ingolfanti, lunghi botta e risposta con cui imporre il proprio punto di vista esasperando ed estenuando.

Nonostante l'impegno costante per WikiDonne, nulla suggerisce che Camelia voglia condizionare gli orientamenti editoriali della Wikipedia italiana in modo improprio, incompatibile con il "terzo pilastro", creando una sorta di "redazione" femminista. Le accuse di "campagna elettorale selettiva" che le vengono rivolte spesso, ad esempio nella PdC su Lidia Mannuzzu del 2018, sono tutte infondate, come riconosciuto dagli stessi admin. Sebbene le venga rimproverato di pubblicare brevi "abbozzi" su temi poco interessanti, scarsamente enciclopedici, nessuna delle sue voci viene cancellata in via immediata o mediante procedura consensuale. Nessuno l'accusa di scrivere voci non neutrali, sbilanciate, enfatiche ed editorializzanti, o voci non verificabili, basate su "ricerche originali" o fonti travisate. Nessuno l'accusa di danneggiare Wikipedia in generale o per sostenere un'opinione. 

In sostanza, il contributo di Camelia a Wikipedia è esemplare, e infatti è apprezzato non solo dalla comunità wikimediana globale, che le attribuisce responsabilità e riconoscimenti come la nomina all'Affiliations Committee, ma dalla stessa comunità italiana nella sua componente "periferica", non admin, che per due anni di seguito le attribuisce il Wikioscar "Animatore" (2021 e 2022) prima dell'espulsione.

È bensì vero che alcuni utenti, soprattutto admin, rimproverano a Camelia comportamenti riconducibili al "civil POV-pushing", cioè all'editing tendenzioso sebbene educato. In particolare, viene accusata di abusare delle PdC per perseguire un'agenda femminista, di contribuire principalmente o esclusivamente su un argomento o tema specifico (comportamento peraltro legittimo in base a WP:UM) e, nel caso della discussione sulle notifiche, viene accusata di aver distorto le parole degli altri utenti per incolparli ingiustamente e sminuire le loro opinioni. Tuttavia, ad eccezione di quest'ultima accusa, nessuna delle altre è mai accompagnata da una manciata di diff che evidenzi comportamenti devianti rispetto agli standard degli utenti attivi nelle PdC o in altre aree tematiche. 

Se mi sbaglio, invito i lettori di questo blog a condividere nello spazio dei commenti link che dimostrino comportamenti di Camelia censurabili, trascurati da questa analisi. In mancanza di prove contrarie, bisogna concludere che tutto il castello contro di lei si regge sulle impressioni maturate nel corso degli anni dagli "utenti centrali" circa quanto sia (in)sopportabile il punto di vista femminista e inclusionista di Camelia. 

Per chiarire perché pesino tanto queste impressioni e perché il punto di vista di Camelia sia insopportabile bisogna quindi passare ai punti successivi di queste conclusioni.

15.2 La questione del sessismo

A proposito delle discussioni sul linguaggio di genere e sulle categorie femminili e in altri passaggi di questa vicenda, ho notato che sulla Wikipedia italiana è consolidato un orientamento editoriale "neutralista" che nega rilevanza e visibilità alle differenze sessuali e di genere nella scrittura dell'enciclopedia. Anche ammettendo che questo orientamento non sia di per sé sessista o misogino, ritengo che lo diventi nel momento in cui si propone come unico punto di vista legittimo su Wikipedia riguardo alle donne (che non possono costituire un'area tematica) e alle questioni femminili (che non esistono). 

L'orientamento neutralista determina alcune conseguenze sui contenuti dell'enciclopedia che è difficile non riconoscere come misogine. Penso, ad esempio, alla traumatica cancellazione della voce Pregiudizi di genere su Wikipedia, di cui ho detto, nonché agli elementi della straordinaria Categoria:Donne per attività: casalinghe, prostitute, dame di compagnia, principesse, ereditiere... Altrettanto significativo è il rifiuto di considerare il genere come criterio di categorizzazione e come elemento che può contribuire all'enciclopedicità di un soggetto, anche quando le fonti lo evidenziano con espressioni come "la prima donna che..." o "una delle poche donne che..." (si vedano la cancellazione della Categoria:Deputate dell'Assemblea Costituente della Repubblica Italiana, la PdC fallita su Carla Parsi-Bastogi e quella conclusa con la cancellazione di Angelina Levi). 

Ma l'orientamento neutralista ha ripercussioni ancora più gravi nei rapporti interni alla comunità editoriale. Come emerso nella discussione sul tweet del 2016 e altrove, la missione di WikiDonne è apertamente contrastata da alcuni admin (Lucas, Bramfab, Euphydryas, Civvì, Phyrexian e altri) che la ritengono incompatibile con il principio di neutralità di Wikipedia. Camelia e gli utenti di WikiDonne mirano a valorizzare le donne in quanto tali, a coinvolgerle nella scrittura dell'enciclopedia, ad aumentare il numero di biografie femminili e a renderle più visibili. Dal punto di vista dei neutralisti, il loro impegno è quello di attivisti politici mossi da un'agenda iperfemminista o antifemminista in ogni caso, antiwikipediana  che dev'essere respinta dalla comunità editoriale: 

sembra che i pregiudizi sessisti siano piuttosto in alcuni dei partecipanti, il che è paradossale e mortificante per l'ideale stesso di parità, come tutte le teoriche dei diritti femminili scrivono da decenni (Lucas)

Ho letto cose come "tematiche femminili" o "necessità di avere categorie di donne per occupazione" (quando sei così anti-sessista che fai il giro completo e ti ritrovi a discriminare in base al genere...) (Ripepette)

la rilevanza enciclopedica non può e non deve essere sessista (.mau.)

detesto il sessismo, devo dire da entrambi i fronti (Pequod)

Questi e altri commenti che costellano la vicenda di Camelia rivelano un aspetto interessante. Le parole "sessismo", "maschilismo", "misoginia" e derivati vengono pronunciate quasi esclusivamente da utenti ostili a Camelia e a WikiDonne, che si lamentano continuamente di aver subito, o di poter subire, questo genere di accuse dai loro interlocutori. Ad esempio:

E sono anche stufo di venire trattato più o meno esplicitamente come un maschilista, o come qualcuno che abusa del proprio "ruolo" o dei propri "privilegi", in quanto admin o utente di it.wiki, realtà maschilista e ostile alle donne. (Phyrexian)

abbiamo anche subito attacchi all'esterno e persino all'interno del progetto, che alludono a una (inesistente) volontà di ostacolare l'attività del progetto legata al "maschilismo". (L736E/Superspritz)

Io non conosco il modo di fare di Camelia Boban [...], ho avuto modo soltanto di notare le cose più eclatanti e cioè le accuse di androcentrismo (termine per sintetizzare) di wikipedia (fatte dentro e fuori - social e quant'altro) e le iniziative per cui tutt* si complimentano con lei (Fresh Blood)
In realtà, questo non accade. Le uniche accuse di maschilismo o misoginia provenienti da Camelia sono quella formulata off-wiki nel famoso tweet del 2016 e quella che può essere ricavata dal suo "commento conclusivo" nella discussione sulle notifiche. In entrambi i casi, l'accusa è implicita, da interpretare, e si tratta di episodi di gravità minima o nulla. Escludo categoricamente che Camelia e gli utenti di WikiDonne avessero l'abitudine di accusare i loro interlocutori di maschilismo o misoginia. Nelle discussioni analizzate le accuse di sessismo provengono quasi esclusivamente dagli utenti critici di WikiDonne: un progetto che, secondo Lucas, sarebbe portatore di "una visione completamente errata della realtà e offensiva (omofoba e discriminatoria?)".

Mi sembra che questa circostanza offra una chiave di lettura importante della vicenda di Camelia e di WikiDonne in rapporto alla questione del sessismo. In parole povere, Camelia è vittima di un gruppo di wikipediani – prevalentemente maschi, progressisti e liberali – che danno letteralmente di matto alla sola idea che li si possa sospettare di sessismo:

io sarei il maschilista che pensa che le donne siano isteriche? no, io divento isterico quando vedo queste cose (Actormusicus).

chiunque accusi ingiustificatamente gli altri di sessismo, razzismo, e via dicendo, dev'essere messo in condizioni di non poterlo fare. Perché i sessisti su it.wiki vengono allontanati (Phyrexian)

Non mi sta bene se qualcuno mi chiama "sessista". Se c'è un motivo valido, faccio del mio meglio per cambiare il mio comportamento. Ma se qualcuno mi accusa senza essere in grado di spiegarmi perché il mio atteggiamento o le mie opinioni sarebbero sessiste, allora lo considero un insulto senza mezzi termini (Friniate)

L’idea di poter essere sospettati di sessismo li fa infuriare perché è contraria all'insieme di valori pubblici da cui si sentono vincolati, e inoltre perché sanno bene, in cuor loro, di aver beneficiato e di beneficiare ancora di una distribuzione del potere sociale squilibrata a favore degli uomini. Hanno, per parlarci chiaro, la coda di paglia e, come spesso accade, reagiscono al discorso femminista  o anche solo alla presenza di femministe attive nel progetto  sentendosi incalzati, giudicati, costretti in una posizione di minorità a cui non sono abituati e che trovano intollerabile.  

Alcuni utenti arrivano persino a formulare questa idea in modo esplicito, sebbene mai in senso autocritico ma sempre per rimproverare Camelia e WikiDonne per il disagio che provano nell'interagire con loro, o per esortare la comunità a mettere da parte sensi di colpa, solidarietà o simpatie ideologiche di qualsiasi tipo, adottando un approccio più severo e punitivo:

secondo me molti uomini, tra cui io, non partecipano a questo progetto perché hanno paura di essere etichettati come "maschilisti" [...] Purtroppo nella società moderna c'è questa abitudine a dare etichette negative come "femministe" e "maschilisti", mentre non c'è rispetto per chi cerca di essere semplicemente "imparziale". (Daniele Pugliesi)

A fare le pulci a una contribuzione del tipo della sua nascono i sensi di colpa e si teme d'essere giudicati, in un contesto in cui tutti devono condividere un certo pensiero. È una pastoia da cui ci dobbiamo affrancare (Erinaceus/Actormusicus)

se non fosse per l'argomento specifico del suo POV, un'utenza con modalità di contribuzione e discussione [...] come le sue sarebbe stata accompagnata alla porta in modo definitivo già da tempo. Ma c'è un limite anche a questa sensibilità e disponibilità [...] abbiamo tutti (io in primis, non ho problemi ad ammetterlo,e non mi sembra di essere uno proprio tenerissimo) fortissime remore ad applicare questa misura (L736E/Superspritz)

siamo arrivati al punto che le persone si sentono così a disagio nel criticare le attività legate a WikiWomen che dichiarano il loro sesso e la loro etnia prima di parlare, per evitare tali accuse [di essere maschi sciovinisti ostili alle donne] (Phyrexian)

Ripeto: nessuno di questi commenti è giustificato dai contenuti reali della comunicazione di Camelia e WikiDonne. Ma l'esistenza stessa di WikiDonne e di wikipediane che lavorano sul gender gap mette a disagio gli utenti in modo molto diverso da come accade, ad esempio, con i progetti cattolicesimo, comunismo, fascismo, nazismo, LGBT e Pornografia. Rispetto a queste aree tematiche si può ammettere l'esistenza di utenti interessati alla creazione di nuove voci e al miglioramento di quelle esistenti per ragioni che non vanno sindacate: che si tratti di una passione puramente intellettuale o politica o esistenziale importa poco, purché l'enciclopedia cresca e i pilastri siano rispettati. 

Ma nel caso del progetto WikiDonne le cose non sono così semplici. Che qualcuno voglia occuparsi delle voci sui comuni dell'Abruzzo, e solo dell'Abruzzo, non fa problema: sono fondamentalmente fatti suoi. Ma se qualcuno si occupa solo di biografie femminili, suona un campanello di allarme. Il soggetto è rilevante per ciò che ha fatto, non per il suo genere, e che qualcuno voglia scrivere una voce su una donna in quanto donna suggerisce che non abbia, non possa avere, un punto di vista neutrale. Le voci che vengono scritte durante gli editathon sono il prodotto di utenti alle prime armi che, come spesso accade, tendono a magnificare, approvare o giustificare i soggetti di cui si occupano; ma se le voci create da un editathon di WikiDonne non sono impeccabili sotto il profilo della neutralità o persino della wikificazione (cura editoriale formale), ciò viene rilevato impietosamente nelle discussioni agitando il ditino accusatorio: pur di avere donne nell'enciclopedia, siete disposte ad accettare qualsiasi schifezza! La stragrande maggioranza delle voci create da utenti di WikiDonne è di buona qualità e riguarda soggetti indubbiamente enciclopedici, ma se nel numero sfugge qualche biografia di dubbia rilevanza gli admin cancellazionisti come Vito si fanno prendere dalle convulsioni. Nelle PdC è normale che gli utenti se la prendano a cuore, soprattutto se la voce è frutto del loro lavoro o di un lavoro che hanno diretto e organizzato; lo si vede continuamente, capita che siano insistenti, polemici, persino maleducati. Ma se un utente di WikiDonne e segnatamente da Camelia ha un atteggiamento meno che amabile e accondiscendente, apriti cielo.

Alla luce di tutto questo, non ho dubbi che Camelia sia stata vittima del sessismo. Chi lo nega lo fa perché convinto che il sessismo si riduca a un insieme di giudizi sulle donne: sulla loro posizione in famiglia, in società e in politica, sui loro doveri, virtù e aspirazioni "naturali". Ma il sessismo non è solo questo. Non è solo una teoria o una dottrina, ma anche un sentimento, un atteggiamento, una difesa. La discriminazione non è prodotta solo da un insieme di convinzioni morali o pseudoscientifiche sulle donne, né si manifesta solo nella scelta deliberata di trattarle in modo diverso e deteriore. La discriminazione nasce anche dal senso di superiorità quasi istintivo nei confronti dei nuovi arrivati, dalla diffidenza verso chi si intrude, dall'ostilità verso chi si lamenta, dalla paura verso chi si prende degli spazi. E nasce dalla fiducia quasi incrollabile che abbiamo per nostri pari e superiori – su Wikipedia, gli utenti centrali – i cui giudizi e pregiudizi neutralisti vengono recepiti acriticamente, perché in quell'ambiente sono il punto di riferimento naturale. 

Insomma, il sessismo può essere un fenomeno istituzionale oltre che ideologico, iscritto nei rapporti sociali, in convenzioni e meccanismi che di per sé non hanno contenuto sessista ma che di fatto, calati in un dato contesto, funzionano in modo discriminatorio ed escludente, garantendo che le differenze di potere e prestigio si riproducano inalterate.

Ricordiamoci che stiamo parlando di una wikipedia nella quale la percentuale di admin che si identificano come donne è inferiore al 5%: si possono letteralmente contare sulle dita di una mano. Poco dopo l'espulsione di Camelia, un utente che si complimentava con una admin perché era

una delle sole ''tre'' (3) utenti tra i 121 con diritti di amministratore ad aver chiesto di usare in riferimento a sé stessa la declinazione al femminile

veniva rimproverato da Civvì per aver espresso un'opinione che serve solo a "alimentare luoghi comuni e incitare troll". È una percentuale di admin donne di gran lunga inferiore a quella, pure bassa, delle utenti di genere femminile. Eppure tra le utenti di WikiDonne e fuori da WikiDonne ci sono wikipediane di indiscutibile capacità e dedizione al progetto: oltre a Camelia, ricordo almeno Giaccai, Beatrice, Patafisik/Una tantum, LorManLor e altre ancora.

Già questa circostanza dovrebbe suggerire agli utenti della Wikipedia italiana di assumere un atteggiamento meno difensivo quando qualcuno tenta di aprire un discorso sulla posizione delle donne nell'enciclopedia.

15.3 Il cancellazionismo e la neutralità come deontologia del wikipediano

Tuttavia, credo che il sessismo istituzionale da solo non basti a spiegare la vicenda di Camelia. È un elemento fondamentale, una conditio sine qua non, ma non è l'unico. Se lo fosse, bisognerebbe chiarire perché una polemica di queste proporzioni si sia prodotta solo sulla Wikipedia italiana. È bensì vero che anche sulla Wikipedia francese le attività di Nattes à chat/Les sans pagEs hanno suscitato discussioni (vedi una lettera di solidarietà) nonché molestie off-wiki, ma mi sembra che la vicenda italiana resti comunque eccezionale per la severità delle sanzioni e la durata e intensità del conflitto.

Per produrre ciò che ha prodotto, il sessismo istituzionale della Wikipedia italiana ha dovuto incrociarsi con alcune peculiarità degli orientamenti editoriali e della struttura organizzativa della comunità. Quanto agli orientamenti editoriali, oltre al neutralismo di cui ho già detto, rileva soprattutto il cosiddetto "cancellazionismo". 

Il cancellazionismo è la tendenza (opposta all'"inclusionismo") a formulare o interpretare in senso restrittivo i criteri di enciclopedicità, in modo da includere nell'enciclopedia solo voci sicuramente rilevanti ed escludere voci di dubbia rilevanza. Al cancellazionismo relativo ai contenuti dell'enciclopedia si può affiancare un orientamento concettualmente diverso ma di fatto solidale e affine: il cancellazionismo relativo agli utenti. Si tratta di ciò che in gergo viene chiamato "giustizialismo" in quanto opposto al "garantismo" o attaggiamento "da falco" o "sceriffo" in quanto opposto a quello delle "colombe". Falchi e sceriffi hanno aspettative molto esigenti circa il comportamento degli utenti, in particolare sotto il profilo della wikiquette e della neutralità, e sono inclini ad applicare sanzioni gravi nei confronti di chi è indisciplinato, tendenzioso o in conflitto di interessi – cioè, tipicamente, nei confronti degli utenti periferici, che non hanno ancora introiettato le regole e i valori del progetto.

Ora, il cancellazionismo, soprattutto relativo ai contenuti, è molto marcato sulla Wikipedia italiana ed è ampiamente condiviso dagli admin. Le ragioni di questa preferenza meriterebbero di essere indagate (ho già avanzato qui alcune ipotesi su un aspetto particolare del cancellazionismo, l'antirecentismo). Tuttavia, un fatto è certo: quando WikiDonne inizia le sue attività, il cancellazionismo è già da tempo un orientamento dominante. La missione di WikiDonne, ricordo, è creare nuove voci su soggetti non ancora coperti dall'enciclopedia – tra l'altro, soggetti tendenzialmente marginali, in quanto a lungo tenute ai margini della politica e della cultura, quindi della Storia e delle fonti. Inoltre, WikiDonne vuole aprire la comunità editoriale alla contribuzione delle donne e lo fa diffondendo l'uso di Wikipedia presso istituzioni culturali e associazioni che hanno una sensibilità femminista. 

Ciò crea le premesse di un conflitto intrinseco con il cancellazionismo italiano. Con "conflitto intrinseco" intendo dire che il conflitto è di per sé indipendente dai contenuti e, in particolare, dalla questione del sessismo di cui ho detto sopra. Ma di fatto, il cancellazionismo funziona come vettore che rafforza e moltiplica gli effetti del sessismo istituzionale. È possibile avercela con WikiDonne non solo perché è ideologica e sessista, ci fa sentire a disagio e ci incalza con la sua agenda, segue le mode dell'epoca ed è finanziata dalla WMF, ma anche perché vuole riempire la nostra enciclopedia di schifezze irrilevanti, forse scritte in conflitto di interessi, e popolare la comunità editoriale di attiviste politiche disinteressate al progetto. A questo proposito, la vicenda della cancellazione di Pregiudizi di genere su Wikipedia e quella di Art + Feminism 2017 sono emblematiche. 

Credo che l'ipercancellazionismo della Wikipedia italiana spieghi molto di questa vicenda. Paradossalmente, se invece di scrivere nuove voci e salvare alcune biografie di donne nelle PdC, WikiDonne avesse voluto ridurre il gender gap cancellando biografie di uomini, cioè agendo in modo schiettamente antiwikipediano e dannoso, è possibile che i conflitti nella comunità editoriale sarebbero stati meno intensi. 

C'è anche un altro orientamento editoriale che gioca contro WikiDonne: ciò che ho chiamato, in mancanza di meglio, la concezione della neutralità come deontologia del wikipediano, contrapposta alla neutralità come processo (vedi le discussioni sul linguaggio sessuato). Questo orientamento è in rapporto stretto, più che con il neutralismo relativo alle questioni di genere, con il cancellazionismo relativo alle utenze: l'atteggiamento dei falchi e degli sceriffi, per intenderci. Si tratta dell'idea che la neutralità di Wikipedia risulti, più che dall'inclusione nel processo editoriale di un bacino ampio di punti di vista – inclusione, quindi, di un ampio spettro di fonti e di utenti – dall'adozione di un punto di vista super partes: il punto di vista di chi non ha punti di vista, il wikipediano di vocazione, distaccato e oggettivo. Gli utenti appassionati sono, in questa prospettiva, pericolosi POV-pusher o utenti in conflitto di interessi. Il fatto che essi editino a partire da una prospettiva di parte – per contrastare il sessismo e la marginalizzazione delle donne, ad esempio – non è un'opportunità per allargare la comunità editoriale e arricchire l'enciclopedia di contenuti nuovi, ma è motivo di preoccupazione. Nella prospettiva di una neutralità deontologica anziché procedurale, la missione di WikiDonne è intrisecamente antiwikipediana e problematica.

15.4 La struttura della comunità editoriale

Infine, la vicenda di Camelia e WikiDonne dipende da alcune caratteristiche della comunità editoriale, che immagino non siano uniche della Wikipedia italiana ma che qui sono molto pronunciate e visibili. 

Detta con una battuta, la Wikipedia italiana è caratterizzata dal fatto di essere piena di amministratori e povera di regole e procedure che i primi debbano applicaree far rispettare. Di per sé nessuna delle due cose è un male, ma la loro combinazione può funzionare solo a patto di consolidare, mediante processi di cooptazione e di espulsione, una cultura editoriale peculiare: ostile al conflitto interno, coesa e compatta, con forti componenti settarie. Per dirla con una battuta, una aristocrazia di encicloopedisti di elezione e professionisti della collaboratività.

Che gli admin della Wikipedia italiana siano tanti è un'evidenza statistica: tra le dieci wikipedie con più di 50 admin attivi, quella italiana è al terzo posto (dopo quella svedese e quella portoghese) nel rapporto tra admin e utenti attivi e al secondo posto (dopo quella inglese) nel rapporto tra admin e voci dell'enciclopedia. All'origine di questa peculiarità potrebbe esserci motivazioni in senso lato "egualitarie": per molto tempo, gli utenti italiani hanno creduto che una wikipedia ideale fosse una wikipedia in cui tutti sono admin, sicché, non appena un utente dimostrava di essere affidabile, competente e in buona fede, onestamente interessato al progetto, facilmente diventava admin. Con una ironica eterogenesi dei fini, ciò ha comportato che il flag di admin diventasse una specie di patente di affidabilità degli utenti, il picco di un cursus honorum, e che la comunità degli admin si concepisse come il cuore e il cervello dell'enciclopedia, il suo motore e la sua anima: il gruppo degli utenti competenti, scrupolosi e integri, che amano l'enciclopedia e che la sanno scrivere.

L'assenza di regole e procedure, d'altra parte, significa mancanza dei meccanismi per gestire i conflitti tra admin, sanzionare la violazione delle regole da parte degli admin e ridistribuire nella comunità il potere editoriale degli admin. Mostrando una spiccata ostilità per la burocrazia, questa comunità di wikipediani appassionati ha evitato di darsi degli strumenti di controllo e bilanciamento. Ancora oggi non esiste un principio di terzietà che impedisca agli admin di intervenire sulle voci che hanno scritto. Non c'è un'ArbCom che possa "deflaggare" gli admin problematici, cioè privarli delle loro funzioni speciali. Sino a poco tempo fa, caso unico tra le wikipedia maggiori, mancava una procedura di appello contro le sanzioni amministrative. Gli admin intrattengono scambi quotidiani su mailing list e altri canali riservati, rafforzando, lontano dagli occhi della comunità, la propria coesione corporativa e solidarietà di fatto. Soprattutto, manca un sistema di "richieste di pareri" (RdP) sul contenuto delle voci: con l'eccezione delle procedure di cancellazione e delle segnalazioni di utente problematico, mancano procedure di discussione formale per coinvolgere la comunità nelle questioni editoriali più controverse. 

Una comunità priva di meccanismi del genere può risolvere i conflitti solo evitandoli; può funzionare, cioè, solo sviluppando una cultura editoriale fortemente ostile al conflitto – soprattutto al conflitto tra admin – e quindi fortemente consensuale e ipocritica. In sostanza, se non sei d'accordo con un admin puoi solo tacere; protestare dà poche possibilità di successo e comunque può danneggiare irreparabilmente le tue chances di diventare un admin a tua volta.

Una comunità del genere è un ambiente naturalmente poco ospitale per le nuove utenze e in generale per gli outsider – gli utenti "periferici". L'unico ambito in cui essi possono far sentire la propria voce e pesare come gli altri è quello delle procedure di cancellazione. Ciò contribuisce a spiegare, a mio avviso, il cancellazionismo italiano come ideologia specifica degli admin, che riflette l'assoluta salienza delle procedure di cancellazione nella vita della comunità. Le PdC sono, assieme alle segnalazioni di utente problematico, l'unico ambito in cui c'è una procedura di discussione formale, in cui ogni utente esprime un parere e un utente non coinvolto, tipicamente un admin, chiude la procedura accertando il consenso o la sua mancanza. Più dei wikiprogetti e delle pagine di discussione delle voci, sono le PdC il luogo preminente in cui la comunità discute e le utenze periferiche pesano. Ciò è alla base di un dibattito editoriale interno piuttosto sterile, in gran parte incentrato su soggetti tendenzialmente irrilevanti o poco rilevanti, e soprattutto rafforza le tendenze cancellazioniste degli utenti centrali: sulla Wikipedia italiana la contrapposizione tra cancellazionisti e inclusionisti, di per sé naturale e comune a tutti i progetti wikipedia, tende a sovrapporsi e coincidere con quella tra insiders e outsiders.

Ora, le conseguenze sulla vicenda di Camelia di queste strutture organizzative della Wikipedia italiana sono evidenti. Sulla Wikipedia italiana, Camelia è un outsider in modo paradigmatico, e alla fine irrimediabile, in quanto utenza relativamente giovane e in quanto donna fondatrice di un wikiprogetto sulle donne. È possibile che anche la sua condizione di straniera abbia un peso: Camelia è nata in Romania, si è trasferita in Italia negli anni novanta, il suo italiano scritto è buono ma non perfetto. Senza l'intersezione di queste identità marginali non si spiegherebbero le accuse ricorrenti di narcisismo e opportunismo, l'accusa di essere ambiziosa, di volersi mettere in mostra e usare Wikipedia per farsi pubblicità. 

Camelia organizza edithaton, iniziative di diffusione all'uso di Wikipedia, con un'ispirazione sociale e promuove queste iniziative sulla stampa, che le dedica qualche attenzione. Ciò provoca una forte ostilità tra gli utenti centrali, che temono che il progetto venga strumentalizzato e il loro controllo su di esso si affievolisca. Nei dibattiti su WikiDonne, gli admin si lamentano sempre della comunicazione pubblica di Camelia menzionando vicende irrilevanti – il tweet del 2016, il post su Facebook clamorosamente frainteso da Superspritz e da tutti gli altri – ma ciò che davvero non sopportano sono gli articoli di Repubblica, iO Donna, ecc., che nel 2022 raccontano le sue inizative. Dal loro punto di vista, tutto torna: è facile creare una narrazione  in gran parte implicita eppure chiara, facilmente leggibile nelle discussioni comunitarie che racconta la storia di un'utente che, sfruttando le mode dell'epoca, un femminismo malinteso e generosamente finanziato dalla WMF, usa l'enciclopedia come uno strumento per perseguire obiettivi di visibilità personale, riempendola di voci irrilevanti e di cattiva qualità.

Questa narrazione prevale grazie al concorso dei fattori che ho individuato: il sessismo istituzionale, il diffuso disinteresse per le questioni di genere, il cancellazionismo, la struttura gerarchica della comunità editoriale, la mancanza di regole e procedure che l'aprono a nuovi apporti distribuendo il potere editoriale, la cultura interna spiccatamente consensualista e disciplinante. Oltre al blocco di Camelia, il concorso di questi fattori spiega l'anomalia che, come abbiamo visto, stupisce gli osservatori esterni: lo straordinario livello di aggressività immotivata, coesa e corale, vorrei dire di bullismo, e l'incredibile quantità di fraintendimenti palesi, falsificazioni ed errori che accompagnano questa vicenda, come possiamo vedere nel modo più chiaro nella discussione sul blocco di Bologna e dalla seconda UP

Perciò la vicenda di Camelia è così istruttiva e interessante. Lo è sia per chi si interessa alle questioni di genere, e può trovare qui un'esemplificazione dei meccanismi istituzionali che producono esiti sessisti in una comunità di persone relativamente colte, benintenzionate e progressiste, sia per chi si interessa a Wikipedia, e può trovare un caso di studio su come la mancanza di regole e procedure che diffondano il potere editoriale crei i presupposti di errori impossibili da correggere. Gli utenti della Wikipedia italiana dovrebbero leggere la vicenda di Camelia con attenzione, considerandola una cartina di tornasole di ciò che non funziona nel loro progetto.

Commenti

  1. Per me non è affatto un problema di poche regole, sono sufficienti i 5 pilastri e le linee guida. Ma se un gruppo come dici tu prevalentemente progressista e liberale (cose anche normali per me dal momento che Wikipedia stessa appartiene al progresso) si preoccupa che una persona altrettanto progressista (almeno da quel che mi sembra - non la conosco bene) possa parlare di sessismo su it.wiki, a questo punto mi preoccupa che possa esserci una tendenza troppo radicalmente progressista

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    1. Dimenticavo: quando per te "È possibile che anche la sua condizione di straniera abbia un peso", ipotizzi che ci sia (anche) della xenofobia inconsapevole? Che io sappia non tutti i wikipediani sono italiani

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    2. Le regole a cui penso sono soprattutto WP:INVOLVED e - più rilevante nella vicenda di Camelia - un sistema di RdP non limitato ai comportamenti degli utenti. Visto che le UP su Camelia hanno avuto un contenuto più editoriale che comportamentale, agli utenti di it.wiki sarebbe servito uno strumento appropriato, meno distruttivo di utenze, come una RdP su una questione chiaramente formulata (ad es., "WikiDonne è compatibile con il terzo pilastro? Sì/No", "WikiDonne è un progetto tematico? Sì/No", "E' possibile categorizzare in base al genere? Sì/No/Dipende", ecc.).

      Non capisco cosa intendi per "tendenza troppo radicalmente progressista". In questo caso, l'esito della vicenda di WikiDonne è stato certamente conservatore e antifemminista, se vogliamo usare queste categorie. Secondo me l'esito riflette, più che le preferenze ponderate degli utenti di it.wiki, la loro tendenza a seguire la corrente, cioè ad accodarsi dietro agli utenti più prestigiosi che dettano la linea: Gianfranco, Civvì, ecc. Innovare è difficile, correggere gli errori quasi impossibile.

      Infine, su xenofobia, la mia risposta è sì: ipotizzo che ci sia stata e la ritrovo nelle accuse rivolte a Camelia di essere un'arrivista in cerca di visibilità personale (vedi la seconda UP). Questo tema della polemica anti-Camelia mi suggerisce uno sfondo xenofobo, così come l'isolamento di Camelia dentro a WMI che colgo nei dibattiti wikipediani e nelle posizioni degli admin di it.wiki che sono anche soci di WMI. Naturalmente su questo è impossibile avere certezze ma, vista l'assurdità del tutto, la difficoltà di razionalizzarlo, mi sembra un'ipotesi ragionevole, che merita di essere menzionata.

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    3. "tendenza troppo radicalmente progressista" = pare talmente progressista la loro tendenza da diventare "conservatrice" come hai detto tu quando hanno l'idea che qualcun altro consideri l'esistenza di maschilismo, xenofobia, antisemitismo, negazionismo od altri pregiudizi (nella struttura del progetto)

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    4. Questo perchè se uno considera negazionista un contenuto sembra che consideri negazionista chi lo scrive. Se invece appaiono parole come "abbattere" o "combattere", ci si sente quasi sotto attacco personale

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    5. Scultoriamente un autorevole esponente di Wikipedia-Wikimedia; da incorniciare l'estratto del suo seguente virgolettato: La comunità italiana di Wikipedia è in mano a quattro disperati, inutile discuterci... Wikipedia in altre lingue è l'enciclopedia di tutti, scritta da tutti. Quella in italiano si ritrova con un comitato scientifico autopromossosi esperto di tutto che fa semplicemente scappare le persone di buon senso... Ho visto escludere Camelia e sospendere Francesco due persone che per Wikipedia hanno lavorato tantissimo. Per la Wikipedia di tutti ... Wikipedia come progetto mondiale è un grandissimo progetto collaborativo, quella in lingua italiana è in mano ad un gruppo (ristretto), ed ovviamente non tutti sono così, di onanisti-burocrati, persone probabilmente mai uscite dalle loro stanzette. Chiunque conosca Camelia e Francesco sa di avere a che fare con due volontari della cultura, apprezzatissimi... Il senso però è che Wikipedia è un progetto collaborativo esteso, si rinuncia al comitato scientifico editoriale, e, grazie al contributo di tutti si produce un'opera condivisa e sempre aggiornata... Ma da tempo si è perso il senso delle cose... E così al posto di avere cento operai che fanno la più bella enciclopedia del mondo abbiamo un benzinaio che spiega la teoria dei quanti ad un prof. universitario di fisica.

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