Che genere di enciclopedia? Maschile (Parte 10: Linguaggio sessuato)

 

Giuditta che decapita Oloferne di Artemisia Gentileschi (1620 c.)

(Prosegue dalla nona parte)

9. Il dibattito wikipediano sul linguaggio sessuato

9.1. Premessa

Nel 2011 la Guida alla redazione degli atti amministrativi della Crusca ha raccomandato di usare il genere grammaticale maschile o femminile per i nomi di mestiere, professioni e ruoli istituzionali a seconda del genere del referente: se si tratta di una donna, la architetta, la deputata, ecc. La Crusca ha così recepito le raccomandazioni formulate per la prima volta nel 1987 da Alma Sabatini ne Il sessismo nella lingua italianaTroviamo indicazioni analoghe nelle Linee guida per l’uso del genere nel linguaggio amministrativo di Cecilia Robustelli (2012) e in altri documenti adottati da varie istituzioni politiche e culturali. Nel 2013 la presidente della Crusca Nicoletta Maraschio ha ribadito

l'opportunità di usare il genere grammaticale femminile per indicare ruoli istituzionali (la ministra, la presidente, l’assessora, la senatrice, la deputata ecc.) e professioni alle quali l’accesso è normale per le donne solo da qualche decennio (chirurga, avvocata o avvocatessa, architetta, magistrata ecc.) così come del resto è avvenuto per mestieri e professioni tradizionali (infermiera, maestra, operaia, attrice ecc.)

Oggi i dizionari della lingua italiana includono questi lemmi di genere femminile e a volte registrano una tendenza alla loro diffusione crescente; ad esempio, secondo il vocabolario Treccani, "si va affermando progressivamente il femm. sindaca". 

La tendenza alla femminilizzazione del linguaggio ha sempre incontrato resistenze di varia natura. Nel 2016 Giorgio Napolitano ha definito "ministra" un vocabolo orribile e "sindaca" abominevole. Nel dibattito politico di quegli anni le ministre Turco, Balbo e Pollastrini si contrapponevano ai ministri Carfagna e Prestigiacomo, e la presidente della Camera Boldrini si contrapponeva al presidente del Senato Casellati (come ricorda Irene Giacobbe, In difesa dell’articolo “LA”, in AA.VV, Siamo le parole che usiamo, Padova University Press, 2016, p. 59); oggi la segretaria del Pd Schlein si contrappone al presidente del Consiglio dei ministri Meloni. 

Come si vede da questi esempi, la contrapposizione in Italia ha spesso assunto una connotazione politica in senso stretto, legandosi a quella tra destra e sinistra, ma non necessariamente è così: può trattarsi di modi diversi di intendere e praticare il femminismo, se è vero che l'alternativa tra undoing gender e redoing gender riguarda anche l'uso del linguaggio (Giuliana Giuliani, Due sessi o nessuno?, in A.L. Somma e G. Maestri, Il sessismo nella lingua italana. Trent'anni dopo Alma Sabatini, Blonk, 2020). A chi propone la specificazione del genere, la "femminilizzazione del linguaggio" per dare visibilità alle donne e sfidare l'assunzione diffusa che il maschio sia il detentore naturale di certi ruoli e posizioni, si oppone chi propone la neutralizzazione del genere, la "degenderizzazione del linguaggio" per renderlo più inclusivo e disinnescare gli stereotipi. 

La scelta tra le due strategie dipende da una varietà di fattori di natura linguistica e sociale (Anne Pawels, Linguistic Sexism and Feminist Linguistic Activism, in The Handbook of Language and Gender, Blackwell2003). La degenderizzazione (l'uso di they/them in inglese e di hen in svedese, in inglese l'uso di chairperson, policeperson, ecc., e l'eliminazione dei suffissi -ess, -ette, -trix, come actress) è più frequente nelle lingue che hanno tre generi grammaticali (maschile, femminile, neutro) o che hanno un genere comune e un genere neutro; la femminilizzazione è più frequente nelle lingue che non hanno un genere grammaticale neutro, come l'italiano, il francese e lo spagnolo. Nel caso dell'italiano è possibile io ipotizzo  che abbia un peso anche la più ampia diffusione del femminismo differenzialista rispetto a quello egualitario: per il primo, l'idea di sopprimere il genere femminile risolvendolo in un neutro indifferenziato, da un punto di vista grammaticale e morfologico identico al maschile, è ripugnante.

9.2. "La fisiologica vita delle lingue". Prime discussioni sulla femminilizzazione

Sulla Wikipedia italiana la questione viene discussa nel 2013. Alla luce di ciò che già sappiamo della vicenda di WikiDonne, non può stupirci che già allora emerga una diffusa ostilità verso l'uso sessuato del linguaggio. Nella discussione "Stop al sessismo linguistico" la posizione prevalente è espressa in un commento di Eumolpa (Euphydryas): 

Concordo con Gianfranco, Vito e Pequod. Come donna, trovo addirittura offensivo declinare al femminile una carica, quasi a voler sottolineare come "straordinario" il fatto che sia rivestita da una donna. 

Pequod aveva sostenuto che 

il sessismo mi sembra fortemente sotteso PROPRIO in questo genere di appelli virulenti [alla femminilizzazione del linguaggio], che stiracchiano la fisiologica vita delle lingue. Lo stop andrebbe posto a questi "stop al sessismo"; sempre personalmente credo che la lotta per la parità vada innanzitutto combattuta nella sostanza. La lotta inviperita sulla lingua appare una sorta di nemesi sul maschio contemporaneo, per colpe della società del passato. 

Posizione che per certi aspetti ricorda quella di Pietro Citati: "Non capisco tanta ostilità e tanta furia contro la lingua italiana – l’unica patria della quale non ci dobbiamo vergognare". Suscita peraltro qualche perplessità l'idea che esista una "fisiologica vita delle lingue" turbata dall'agenda politica femminista, visto che fa parte della vita delle lingue di modificarsi per effetto delle lotte politiche e sociali dell'epoca. Qui non si parla, infatti, delle imposizioni arbitrarie e coercitive di un ministero della propaganda, ma di valutare gli effetti linguistici di uno dei movimenti sociali più rilevanti dell'età contemporanea. Può essere difficile e controverso determinare quali siano, ma è innegabile che tali effetti ci siano e non possano non esserci: anche il linguaggio è, ed è sempre stato, un terreno di lotta.

Così i wikipediani evitano di recepire nel loro Manuale di stile le raccomandazioni della Crusca. Ciò avviene in base a una varietà di argomenti, di cui alcuni riconducibili a conservatorismo linguistico:

Sfortunatamente, a quanto mi risulta, non esiste il genere neutro nella lingua italiana, ergo le cose vanno tenute come sono (Webwizard)

Il politically correct sta bene nelle conferenze stampa dei politici; per la questione linguistica in un enciclopedia, ci sono delle regole stabilite dall'uso comune che devono essere seguite (Melancholia)

evit[iamo] toni da complotto pluto-femminista o da prima pagina di Novella 2000 [...] concordo con l'uso al femminile di alcuni mestieri o attività ormai entrati a far parte della lingua italiana. Non sono invece d'accordo con forzature (Lucas).

Abbiamo già' avuto una esperienza ventennale di scrittura linguistica sotto dettatura. Usiamo il buon senso, il natural (ossia non imposto) evolvere del linguaggio e guardiamo ai contenuti ossia alla sostanza e non a maquillage di facciata che sul piano del progresso civile sono buoni solamente a giustificare i costi di commissioni statali e UE, ma aggiungono solo sterili polemiche (Bramfab)  

Questa linea editoriale che non vuole innovare sembra particolarmente appropriata per Wikipedia: un'enciclopedia ispirata al punto di vista neutrale, che non deve assecondare tendenze politicamente motivate e farsi promotrice di una politica linguistica femminista; un'enciclopedia popolare, scritta da utenze che, nei limiti della correttezza linguistica, devono essere libere di esprimersi come meglio credono. Personalmente sono incline a condividere questa conclusione: nella scrittura e nella parlata non ho problemi ad assecondare la femminilizzazione del linguaggio, ma avrei delle perplessità a codificarla nel Manuale di stile di Wikipedia.

In alcuni interventi questa linea editoriale è sostenuta da argomentazioni e prese di posizione femministe. Alcune riguardano il modo più o meno efficace di individuare il terreno di una battaglia femminista – i rapporti sociali invece del linguaggio gender-fair – esponendosi, mi sembra, all'accusa di benaltrismo:

La lotta alla discriminazione sessista si fa con i fatti e con i comportamenti, non cambiando i nomi alle cose (IP 151)

credo che la lotta per la parità vada innanzitutto combattuta nella sostanza (Pequod)
Altre argomentazioni fanno emergere un modo diverso di intendere l'impegno femminista, forse più affine al femminismo egualitario che differenzialista, come il commento di Eumolpa/Euphydryas sopra citato e questo commento di Gianfranco, che Euphydryas sottoscrive:
Io vedo solo il rischio che Donne che sono donne con la D maiuscola si facciano nuovamente rinchiudere nel ruolo di donnette, se va bene, o di femmine. Torneremo al "Signora..." "Signorina, prego", e in ciò qualcuna penserà di aver guadagnato qualcosa. Ma non sarà con l'aiuto di WP. Quella è crusca, noi siamo un piatto di grano

Al di là della questione del Manuale di stile, sembra che da questa discussione emerga un consenso di massima, che le discussioni successive e i rapporti con WikiDonne non faranno che rafforzare, persino radicalizzare, sulla posizione di Euphydryas e Gianfranco: una posizione che possiamo chiamare "neutralista" e, senza implicazioni politiche, conservatrice, ostile all'uso sessuato del linguaggio ma più in generale ostile a un'organizzazione dell'enciclopedia che enfatizzi il genere e renda visibile il femminile.

9.3. "l'oggettività non ha sesso". Neutralizzazione del genere e neutralità di Wikipedia 

Questa posizione "neutralista" si consolida nella lunga discussione "Femminilizzazioni forzate", proseguita più di un anno (marzo 2014-marzo 2015) e sostanzialmente continuata nelle discussioni "Secondo l'Accademia della Crusca bisogna dire "Sindaca"" (giugno-agosto 2016), "Sindaco/sindaca" e "Epitepo sessista "Sindaca"" (novembre-dicembre 2016), "CancellierA" e "Senat-RICE" (agosto 2017) e in altre ancora di quel periodo.

Non è possibile riassumere in modo utile un dibattito così esteso. Mi limito a segnalare alcuni scambi che sembrano più rilevanti per la questione di WikiDonne (che, ricordo, nasce nell'agosto 2016), a partire dall'impostazione di Gianfranco: "in Wikipedia NON si fanno discriminazioni di genere" (in grassetto), cui Euphydryas e altri aderiscono

La posizione neutralista quanto all'uso sessuato del linguaggio si collega in alcuni interventi a una concezione della neutralità di Wikipedia nella quale la distinzione sessuale è o deve essere irrilevante e nella quale l'attivismo sociale e politico è respinto. Alcuni commenti esprimono anche un dissenso verso la natura o direzione di questo specifico attivismo femminista che individua nella lingua un terreno di scontro e pensa di poter riequilibrare le posizioni lavorando su quel piano. 

A questa posizione si contrappone soprattutto Beatrice, che insiste sulla politicità del linguaggio e sull'opportunità di non ostacolarne il cambiamento con prese di posizione suppostamente neutrali ma inconsapevolmente sessiste. Richiamando una consulenza di Patrizia Bellucci sul sito della Crusca, Beatrice sostiene che quando si afferma che il femminile di un titolo professionale prestigioso "suona male", ciò spesso avviene "per un soggiacente stereotipo – e pregiudizio – culturale". In un altro commento, Beatrice si lamenta dell'ostilità o disinteresse provocato dalle proposte per una femminilizzazione del linguaggio:

Evidentemente in wikipedia questa sensibilità tra molti degli utenti contributori ancora non esiste, e purtroppo molti di questi hanno partecipato a questa discussione con atteggiamenti poco costruttivi, se non denigratori, nonostante che alla WMF ne siano invece molto consapevoli.

Euphydryas le risponde per ribadire la posizione neutralista, suscitando l'entusiasmo di Gianfranco ("Parole sante"):

Beatrice, guarda, te lo dico da donna: a me fa molta più tristezza che questi argomenti fioriscano qui, su WMF, in parlamento, al TG o sulla stampa, in coincidenza con il fiorire delle mimose dell'8 marzo: una o oppure una a come desinenza finale potrà cambiare forse l'apparenza, ma non la sostanza di un problema, laddove ci sia un problema. Ci vuole ben altro che la vernice di una a, per applicare realmente quanto sancisce l'art. 3 [della Costituzione], laddove la parità non sia rispettata. E noi wikipediani abbiamo un intero anno, non solo questi giorni, per lavorare in questo Progetto, occupandoci, se capita, di scrivere anche di donne, che siano enciclopediche in quanto sono emerse nel proprio campo (esattamente come per qualsiasi altro soggetto). Un intero anno per proporre ad altre donne di unirsi alla comunità dei wikipediani: "comunità" senza alcuna distinzione di genere, non utenti e utentesse ma prima di tutto persone.

Dal confronto tra Beatrice ed Euphydryas emerge un diverso modo di intendere non solo la questione femminile in relazione all'uso del linguaggio, la portata politica della neutralizzazione del genere, ma anche la neutralità wikipediana. Come ho già detto, credo che questo sia un aspetto cruciale per comprendere la vicenda complessiva WikiDonne.  

Beatrice respinge l'idea che la neutralità di Wikipedia passi attraverso l'apoliticità dei wikipediani: "Non basta credere (o sforzarsi) di avere un punto di vista neutrale per averlo realmente", afferma; anzi "proprio chi più è convinto di essere neutrale è facile che cada vittima della parzialità". Il punto di vista neutrale è un obiettivo di Wikipedia, spiega Beatrice, non dei suoi singoli utenti, che non potranno mai spogliarsi completamente della propria soggettività, della quale fanno parte anche le determinazioni sessuali e di genere. La neutralità non si realizza moralisticamente, costruendo una deontologia del wikipediano come soggetto distaccato e oggettivo, assessuato e spoliticizzato, ma praticamente:

Le neutralità di wikipedia nasce idealmente come equilibrio tra i vari POV, con il sostegno delle fonti "presentate in modo chiaro, imparziale, proporzionale alla loro rilevanza" e con la mediazione del buon senso e del rispetto degli altri (il wikilove). (Beatrice)

L'uso di fonti attendibili, il rispetto per gli altri utenti e il metodo del consenso sono gli ingredienti essenziali della neutralità in senso wikipediano, assieme all'"allargamento degli utenti attivi". Detto altrimenti, la neutralità non è un punto di vista tra gli altri, che si possa sposare o abbracciare: la neutralità la si costruisce assieme. E la costruzione della neutralità passa attraverso l'ampliamento e la differenziazione della comunità degli utenti, in modo da includere altri punti di vista, compresi i punti di vista femminili:

Anch'io mi sento profondamente wikipediana, ma sono anche donna, madre, figlia, professionista, appassionata, insomma mantengo la mia identità all'interno di questa grande comunità, scrivendo di argomenti che mi interessano ed appassionano, e contribuendo con il mio buonsenso alla crescita di quest'opera monumentale. Però credo che l'opera in questo momento sia sbilanciata per la penuria di punti di vista femminili. La parità non c'è, non possiamo far finta che non sia un nostro problema. (Beatrice)

Questo riferimento al punto di vista femminile suscita lo stupore beffardo (espresso con l'emoticon ":-O") di Gianfranco, secondo il quale "l'oggettività non ha sesso":

punto di vista femminile? :-O
Questo vuol dire - perché questo senso materiale di parità questo implica - che posso sentirmi autorizzato a "pensare al maschile" mentre edito? Ma non ci stiamo lamentando proprio del pensare sessista dei maschi? La soluzione è forse aggiungere il sessismo delle donne? La voce sesso allora, perché siamo anche neutrali, ahimé, a chi la facciamo scrivere: a un maschio, a una femmina, a un angelo che sesso non ha, oppure per parità facciamo sesso secondo i maschi e sesso secondo le femmine (e se ti sono venute a mente battute è perché lo hai letto senza neutralità)? 
L'oggettività non ha sesso, qui produciamo cose oggettive, che tali sono indipendentemente da chi le guarda. (Gianfranco)

Reazione che è condivisa da Euphydryas:

Wikipedia non deve avere un punto di vista né maschile né femminile, ma un punto di vista neutrale

Ecco quindi formulata in modo netto quella conclusione sulla impossibilità o dannosità di un punto di vista femminile in Wikipedia che sarà espressa, tre anni dopo, nel commento di Ripepette nella prima UP contro Camelia. In questa discussione del 2015 è in nuce già scritta tutta la vicenda successiva di WikiDonne: troviamo le ragioni profonde di politica editoriale che provocheranno l'emarginazione di WikiDonne e l'espulsione di Camelia.

In  polemica con Beatrice, Euphydryas sviluppa un ragionamento interessante, che aiuta a chiarire meglio la differenza tra due modi diversi di intedere la neutralità: diciamo, neutralità come deontologia del wikipediano secondo Euphydryas, e neutralità come pilastro dell'enciclopedia secondo Beatrice. Si legga con attenzione il commento di Euphydryas:

ma ti rendi conto che questo ragionamento ci conduce su una china molto pericolosa per l'enciclopedia? A questo punto, allo stesso modo, si potrebbe dire (come qualcuno va dicendo su certi blog...) che gli utenti di wiki sono in gran parte "di sinistra", e quindi c'è uno sbilanciamento nelle voci di politica? o che le voci di religione sono editate da una gran massa di atei: e quindi bisogna attirare masse di utenti credenti, o '"di destra", per pareggiare i conti? No, la mettiamo che sempre, e ancor di più sui temi caldi, chiunque ci editi, deve mettere da parte il proprio pov, che sia politico o di genere maschile/femminile o di credo religioso, o di tifoseria sportiva, o campanilistica o quant'altro. Questo almeno è ciò che ci viene richiesto, e che non sempre poi effettivamente lo si riesca a fare, quello sì potrebbe essere un problema.

In effetti io penso che se la gran parte degli utenti di Wikipedia è di sinistra (o atea, o maschile, ecc.), allora è molto probabile, per non dire certo, che le voci tenderanno ad essere sbilanciate a sinistra (o su posizioni anticlericali o antireligiose, o che esprimono un punto di vista maschile, ecc.). Tuttavia, se il metodo di Wikipedia funziona, col tempo questo bias tenderà ad essere bilanciato da utenti con convinzioni e sensibilità opposte che enteranno in Wikipedia allo scopo di correggere voci a loro giudizio sbagliate o incomplete. A differenza di ciò che paventa Euphydryas, non ci sarà bisogno di "attirarli": arriveranno da soli, se solo si permette loro di farlo. Se la promessa di WP:LIBERA viene rispettata e gli amministratori non si comportano come una corporazione che chiude le porte ai cosiddetti "POV-pusher", le voci piano piano verranno corrette da utenti periferici appassionati. In questo processo la comunità editoriale crescerà, ospitando discussioni stimolanti sui contenuti delle voci. 

Affinché ciò succeda è necessario che un gruppo di utenti in cui la comunità ha particolare fiducia, gli amministratori, si preoccupi di applicare le regole del codice di condotta in modo oggettivo, senza riguardo per lo status delle parti coinvolte (utente periferico o centrale?) e per le loro opinioni (di destra o sinistra? ateo o religioso?). Questo è l'ingrediente di deontologia professionale richiesto da Wikipedia: "mettere da parte il proprio pov", come dice Euphydryas, è necessario soprattutto per gli admin ed attiene, più che alla definizione dei contenuti, alla soluzione delle controversie tra utenti. Si tratta di tenere aperte le porte dell'enciclopedia consentendo a chiunque di unirsi alla discussione o di aprire nuove discussioni per modificare il consenso. 

La vicenda di WikiDonne mostra che gli admin della Wikipedia italiana non sono riusciti ad adempiere alla loro responsabilità quando si sono trovati ad interagire con un POV femminista pienamente legittimo ma lontando dalle loro corde. Ciò ha provocato uno sbilanciamento dell'enciclopedia, come si è visto a proposito della questione delle categorie, rispetto alla quale la Wikipedia italiana, chiusa nel suo mondo, ha fallito clamorosamente nell'intento di rendere la conoscenza accessibile a tutti. Sembra ragionevole ipotizzare che ci sia una relazione tra questi orientamenti editoriali "neutralisti", l'ostilità che sin dall'inizio  ha circondato le iniziative di WikiDonne in generale e l'utenza di Camelia Boban in particolare, e l'enorme gender gap che caratterizza la Wikipedia italiana. A questo proposito ricordo che tra le dieci wikipedie analizzate dal progetto Humaniki, quella italiana ha una percentuale di biografie femminili superiore a quella russa e araba, ma inferiore a quella spagnola, francese, inglese, tedesca, polacca e arabo-egiziana; ricordo, inoltre, che su 119 amministratori della Wikipedia italiana, solo sei si identificano come donne: una percentuale ridicola. 

La chiusura a un POV femminista e femminile ha prodotto la marginalizzazione delle utenze portatrici di tali POV e ha danneggiato l'enciclopedia, prigioniera del POV neutralista di una manciata di utenze centrali.

(Prosegue nella undicesima parte)

Commenti

  1. Prendersela contro gli amministratori di Wikipedia non ha senso: come dicono loro, se agli utenti non sta bene il loro agire, quella luce laggiù è la porta di uscita: fuori si può consultare la treccani online gratis e googlebooks...gli amministratori non obbligano nessuno a contribuire o a finanziarla...semmai provvedono loro a farlo/a raccogliere i finanziamenti...

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    1. Mai saputo che gli amministratori raccogliessero i finanziamenti, ne siamo sicuri?
      P.s.un amministratore non ha più voce in capitolo degli altri utenti

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    2. Hanno Voce in capitolo nella sostanza: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Possesso

      Ho visto su fb che fanno riunioni, meeting e quindi rendono appetibile wikipedia per contributi volontari di società /singole persone...

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    3. Dire "se non ti sta bene quella è la porta" è un modo molto strano di accogliere i nuovi utenti. Gli admin magari sono anche in buona fede (ma non proprio tutti...), ma chiudendosi a riccio stanno sbagliando strategia. Pensate ad esempio anche solo alle modalità infernali di editazione di wikipedia, una vera barriera per nuovi contributori non più che motivati. E poichè spesso le motivazioni si rafforzano commissione, va a finire che a restare fuori sono tutti quelli genuinamente interessati ma che non possono perdere così tanto del loro tempo se appena si affacciano vengono morsi alle caviglie. Così è tutto ingessato, burocratizzato, mummificato.

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    4. Nelle università wikipedia è bandita come fonte: inaffidabile.
      Probabilmente va bene per le info dell'uomo comune.
      In ogni caso, l'hanno creata anche parte degli amministratori: se a loro va bene così, non vedo la ragione degli utenti esterni a insistere per cambiarla; quando si va a casa degli altri in genere ci si adegua, oppure non ci si va più se non è obbligatorio andarci.

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  2. Sysoppa FanGitz22/6/24 20:30

    Sono una amministratrice di Wikipedia in italiano.

    Inutile negarlo noi donne siamo in netta minoranza.

    Gitz e il suo blog lo leggo di soppiatto tra un edit e l'altro, grazie per occuparti di noi ❤️

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    1. Sono contento di trovare, anche tra gli admin, qualcuno che apprezzi un utente già vittima di numerosi attacchi. Però, da ex patroller, vedevo quasi solo maschi a patrollare e fare operazioni di manutenzione anche tra gli utenti senza tastini. Speravo di convincere a candidarsi un'altra utente molto attiva in elezioni e riconferme, ma non si sentì di farlo. Che devo pensare, che per fare l'admin ci voglia il pugno duro "stile paterno"?

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    2. Non credo ci sia un problema di genere: dai vari gruppi regionali di wiki si inferisce che forse c'è una logica di gruppo, ma slegata dal fatto che siano tutte donne o uomini...poi francamente focalizzare la propria vita sugli amministratori di Wikipedia è come mettere sotto la lente di ingrandimento un granello di sabbia e ignorare tutto il resto della 🌎; la vita è una sola: non sprecabile concentrandosi sulla critica della gestione di Wikipedia fatta da chi l'ha fondata...

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    3. Wikipedia è un sito che opera pubblicamente, come tale può essere oggetto di critica.

      Criticare non è sprecare il tempo, ciascuno impiega il suo tempo a lecita preferenza.

      Tanta gente parla male dei politici. O del meteo. O del risultato della squadra di calcio locale.

      Chiedo: Wikipedia è una cosa seria?
      Se sì, non puoi sottrarla al pubblico scrutinio. Se non lo è, invece, allora perché prendersela tanto con chi ne parla?

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    4. No critica, ma evidenza: agli amministratori non gliene importa nulla delle critiche: è come abbaiare alla 🌛; il loro motto è: in wikipedia funziona così, se non ti va bene quella è la 🚪

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    5. Ma gli amministratori esercitano i poteri tipici del proprietario su wikipedia;
      corroborati dall'immunità sul loro operato.
      Protestare non serve a nulla.

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  3. Mi è venuto un altro pensiero. Io immagino da sempre il wikimediano "centrale" o "semicentrale" nella vita reale come un nobile, un altolocato, un importante professionista (pubblico o privato), un super colto ed istruito, un ricco, una persona autorevole nel carattere, un rivoluzionario... a parte me, ce ne sono altri che non abbiano nessuna di queste caratteristiche? Posto che davvero non lo so e non mi sogno neanche di andare a fare domande del genere a persone che non conosco

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    1. So che il sysop Parma1983 sostiene di avere antiche origini di nobile stirpe.

      In effetti mi hanno detto proprio grazie alle sue origini gli sia stata tramandata la ricetta di un segreto decotto, il quale lo mantiene sveglio ogni notte per la chiusura delle PdC.

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    2. Non lo so, ma preferirei sempre non fare nomi senza che li facciano gli interessati (sempre per una questione di UCOC che ora, con l'ArbCom che ha - per definizione - l'ultima parola, è ancora pi sanzionabile di prima). Io infatti cercavo di sapere se esistessero utenti che NON siano nè nobili nè altro di quello che ho scritto. Anche parlando da altri punti di vista, conosco un admin che ho sentito dire essere comunista ed uno che dichiarava di esserlo, un altro che ho sentito dire essere leghista e monarchico, altri - due in particolare - che ho sentito dire essere super cattolici, poi ancora un altro che ho sentito dire essere forse di destra e forse di sinistra (io penso più di centro), uno che si dichiarava anticlericale, una che si dichiara atea e femminista, altri che si diceva fossero di centro... ma proprio in base al rispetto dell'UCOC non ho mai nè chiesto nulla a queste persone sulle loro posizioni e nè farò mai i nomi di quelli di cui sto parlando

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    3. Direi la maggioranza non sono né ricchi né nobili !! Secondo te qualcuno molto ricco con tanto da fare fa l'admin di wiki? Io cmq ti ho detto ciò che sapevo 👍🏻👍🏻
      Ascolta le nostre frequenze!

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    4. Quali frequenze? Dove? Beh, innanzitutto su Wikipedia non si va per essere admin (altrimenti ne avremmo circa un migliaio o di più e nessuno rifiuterebbe le proposte di candidatura fatte in talk o privatamente), ma il modo di fare "perentorio" (cit.) di diversi utenti mi ricorda esattamente quello di persone abituate a rivestire ruoli importanti. Per esempio prestigiosissimi nobili, funzionari, direttori generali, dirigenti, vice presidi, militari, poliziotti, giudici, capi di grandi aziende, capitani di navi, rettori universitari, notai, sindaci, assessori, ministri, vice ministri, vescovi, preti, alte cariche di ordini nazionali... e molte delle persone che le ricoprono o le ricoprivano potrebbero benissimo essere interessate a contribuire a Wikipedia (fosse anche solo per 5 minuti alla settimana)

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    5. Ascolta Byoblu, emittente libera 📻

      https://www.byoblu.com/2023/05/02/ecco-perche-hanno-cancellato-la-pagina-wikipedia-di-byoblu-emanuele-mastrangelo-e-enrico-petrucci/

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    6. Parlate anche di Wikipedia?

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  4. E da oggi un'altra utente in meno. Non è stata infinitata per sessismo, ci mancherebbe (in un caso del genere sarebbe stato infinitato anche un uomo), ma ha una storia anche peggiore di quella di Camelia. Anche lei, bloccata più o meno per i suoi stessi motivi (nulla a che vedere con WikiDonne che io sappia)

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    1. Waldemaro23/6/24 20:51

      Il sesso è ignoto

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    2. È una donna, vedi la pagina al femminile

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    3. Waldemaro24/6/24 09:49

      Chiunque può scrivere una pagina al femminile

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    4. Ma non credo ci sia un problema di sesso: se vedete le riunioni su fb di taluni amministratori davanti ai notebook intenti a "lavorare" su wiki, sono pienamente rispettate le quote rosa.
      Piuttosto, ho notato una certa incongruenza: inserire tra la bibliografia di una voce di letteratura un autore non autoriale ma solo per ragioni .......li?

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    5. Anonimo, non credi vi sia un problema di maschilismo su Wikipedia?
      Phyrexian ha appena conferito a Mastrocom la barnstar dell'auto d'epoca: il messaggio implicito è intriso di sessismo - le donne non sanno guidare, a riconoscere le capacità femminili occorre la barnstar dell'admin maschio. Phyrexian invita pure a non pagare più l'assicurazione, quindi ad infrangere la legge. Come fate a difenderli ?

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    6. Dici che se fosse stato un admin uomo avrebbe mandato un messaggio diverso?

      Comunque prova a pensare se un "messaggio implicito intriso di sessismo" (cit.) lo avesse mandato un utente che nel periodo 2012-2014 era la "controparte" di Phyrexian. Avrei già immaginato UP con proposte di super blocchi lunghi

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    7. A chi ti riferisci, Wiki per tutti? Chi era la "controparte" di Phyrexian nel 2012-2014, secondo te?

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    8. suvvia, Mimmo, quel messaggio sulla talk di Mastrocom è scherzoso! I messaggi problematici di Phyrexian sono altri - ad esempio questo, a proposito dell'UP contro Fausta Samaritani.

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    9. La stessa controparte di molti altri admin

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    10. Qualche esempio: Pigr8, Demiurgo, Avemundi, Salvo da Palermo

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    11. Hai notato come si accalora all'idea girino accuse di antisemitismo sul sito?

      Altri admin addirittura mettono il dubbio E sulle vittime della Shoah, scrivendo "troppo poco"... 🤮

      https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Henio_Zytomirski&oldid=88497157

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    12. Per quel che ne so, non c'è nessun admin nazista o antisemita

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    13. Wow, Mimmo, che link fantastico! Secondo me non c'entra con l'antisemitismo ma c'entra con quanto inutile anzi dannosa sia la motivazione del template:E nel ns:0 - altro mio chiodo fisso. Più tardi aggiorno uno dei vecchi post con l'esempio che mi hai appena dato. Vengono i brividi a pensare che la motivazione "troppo poco" è rimasta in cima a quella voce dal 18 giugno 2017 (inserita da Ombra) al 25 giugno 2019 (rimossa da Ombra dopo che il mitico Ghinozzi-nissim ha messo a posto la voce).

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  5. Intanto che si lavora all'undicesima parte, ho cominciato una sintesi con con le prime dieci, aggiungendo un'altra parte importante: sulla pagina di Salvini ho letto che l'offesa sessista ("bambola gonfiabile") a Laura Boldrini era descritta come "attacco personale", devo pure controllare se lo sia ancora

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    1. Scusate, correggo, perché mi ero ricordato male. Nella pagina di Laura Boldrini esce una sezione "attacchi personali ricevuti", si parla di varie offese tra cui quella ricevuta da Salvini. Ebbene, troppo poco parlare di attacchi personali

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    2. Ma nella costituzione in voto in questi giorni, si utilizzano i soliti regolamenti aperti funzionali alla legge dell'isola dei demoni di ken il guerriero, oppure si va più verso l'inglobazione della Carta europea di Nizza?

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    3. Mah, difficile a dirsi. Secondo me dipende, più che da quello che c'è scritto dentro, da chi lo interpreta: chi come me spera nell'UCoC, spera che non lo interpretino gli admin problematici de noantri. I quali purtroppo si sono già organizzati affinché nessuno metta il naso in casa loro: mi spiego la creazione dell'ArbCom in gran parte così.
      P.S.
      Per favore, quando commenti scegliti un nick cliccando su "Commenta come">"Nick/URL".

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    4. Ok.
      In effetti, ne parlano qui: https://books.google.it/books?id=oYmODAAAQBAJ&pg=PT108&dq=wikipedia+google+luzzatto&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&source=gb_mobile_search&sa=X&ved=2ahUKEwjM2K6Y0oWHAxUUm_0HHQVnCBwQuwV6BAgOEAc#v=onepage&q=wikipedia%20google%20luzzatto&f=false

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  6. Nessuno ulisseo1/7/24 18:19

    Non avrebbe più senso inglobare un testo già cogente (cedu, carta di Nizza https://www.europarl.europa.eu/charter/pdf/text_it.pdf), anziché scriverne uno e magari con formule aperte indeterminate: incapaci di permettere ai destinatari di calcolare le conseguenze della propria condotta?
    Del resto qualunque sia il testo non può cozzare col diritto extrawikipediano: il fatto che sinora non ci siano sentenze è dovuto alla mancata occasione di vaglio giudiziario abbattuto su quel micromondo di rapporti interpersonali; il giorno in cui qualcuno se ne prenderà la briga (al momento impossibile al 99,99%), la stigmatizzazione giuridica probabilmente ne farebbe tabula rasa.
    Motivi: nessuna entità (anche privata) può creare statuti/regolamenti difformi dal diritto extrawikipediano: (basta chiedere gratis ad uno dei docenti dei tanti corsi di diritto progredito nelle lezioni inagurali dei corsi annuali concorsuali per concorsi di 2^/3^ livello di settembre-ottobre di ogni anno nei capologuoghi regionali più importanti (milano, roma etc.).

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    1. Itawikinostra2/7/24 11:27

      La carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea linkata sopra è carta straccia, vedi emittenti russe censurate in palese violazione dell'articolo 11 ("Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera."). Niente di nuovo sotto il sole. Come scrisse sapientemente quel sommo genio di Schopenhauer:

      "Il diritto in se stesso è impotente: per natura, domina la violenza. Il problema dell’arte politica è di far passare la violenza dalla parte del diritto, di modo che, per mezzo di essa, il diritto possa dominare. Ed è un problema assai difficile. (...) Dunque, soltanto la violenza fisica è in grado di farsi rispettare. Ma questa violenza si trova originariamente presso la massa, e in essa sta, in compagnia dell’ignoranza, dell’imbecillità e dell’ingiustizia. Compito dell’arte politica è, prima di tutto, sottomettere e asservire, pur in queste difficili circostanze, la violenza fisica all’intelligenza, alla superiorità intellettuale. Ma, se questa non è accompagnata dalla giustizia e dalla buona intenzione, allora, se la cosa riesce, il risultato è che lo Stato così edificato è fatto di imbroglioni e di imbrogliati."

      Il che è applicabile indifferentemente all'Unione Europea e a Wikipedia in italiano.

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