Regole e buon senso. La nuova procedura di revisione del blocco

 

Orson Welles, Il processo (1962)

Recentemente ho difeso una interpretazione dei pilastri che si potrebbe forse chiamare "legalista" perché invoca un'applicazione per quanto possibile oggettiva e rigorosa del quarto pilastro, senza favoritismi per gli admin – senza Super Mario effect, come lo chiamano sulla Wikipedia inglese un'applicazione più restrittiva e cauta del quinto pilastro, nella convinzione che il cosiddetto buon senso degli utenti centrali a volte sia una risorsa importante, altre volte sia dannoso e autoindulgente. Questo post estemporaneo  perché non pianificato, ma suscitato dagli eventi wikipediani in corso sostiene una tesi a prima vista opposta: l'applicazione inflessibile di una regola, contraria al buon senso, danneggia il progetto. 

Mi contraddico? Citando il poeta potrei dire "Ebbene, mi contraddico". Ma in realtà la contraddizione è solo apparente. Il buon senso, sebbene utile, a volte può essere pericoloso quando si tratta di applicare una linea guida, ma quando si tratta di crearla è indispensabile: più ce n'è, meglio è. Ne sarebbe servito a bizzeffe quando si è discussa e approvata la linea guida sulla procedura di revisione del blocco, pubblicata il 9 marzo 2024 da Superspritz.

Premessa per i lettori del futuro. Nel gennaio 2024 si è aperta una stagione di grandi riforme sulla Wikipedia italiana. Sono state accolte, o quantomeno sono in discussione, tutte o quasi le proposte che in questi mesi ho avanzato da questo blog e in altre sedi: è in corso di adozione la regola WP:INVOLVED (è stata creata Wikipedia:Terzietà, che ancora non ha consenso, ma che presto lo avrà), è stata approvata una procedura di appello contro i blocchi (vedi Wikipedia:Revisione del blocco e Aiuto:Richiesta di revisione del blocco) ed è attualmente in discussione la proposta di creazione di una Commissione arbitrale. Rispetto alle criticità che avevo indicato come cause della catastrofe Orsini

La catastrofe Orsini non sarebbe successa se avessimo avuto un sistema ben strutturato di richieste di pareri anche sul contenuto degli articoli, WP:INVOLVED in vigore e rispettato, una procedura per appellarsi pubblicamente ai blocchi, il Comitato arbitrale per il desysopping, e una cultura editoriale propensa a controllare e criticare l'autorità.

presto rimarranno solo quelle più importanti e difficili da affrontare: la creazione di un sistema di richieste di pareri sul contenuti delle voci, per coinvolgere gli utenti periferici e temperare l'influenza editoriale degli admin, e la creazione di una cultura editoriale propensa a criticare l'autorità, amichevole e inclusiva, tale da favorire il dibattito interno e l'autocorrezione degli errori. E tuttavia si è fatto, si sta facendo, un bel tratto di strada.

Intendiamoci, non ho alcun merito per questi progressi. Mi piacerebbe pensare il contrario, ma so che la mia voce non è stata ascoltata. La spinta al cambiamento viene da altrove, dalla creazione dello Universal Code of Conduct (UCoC) e del suo meccanismo di esecuzione, incentrato sull'istituendo U4C. Nonostante l'affermazione grottesca che ancora si legge in WP:UCOC

La comunità linguistica italiana, che produce la maggior parte dei suoi contenuti su Wikipedia in italiano, è considerata tra quelle con i sistemi di governance più maturi tra i progetti Wikimedia; i suggerimenti che daremo sulla base della nostra esperienza saranno quindi particolarmente utili.

è un fatto noto a tutti che il progetto italiano è tra quelli di dimensioni medio-grandi uno dei più arretrati, se non in assoluto il più arretrato, per quanto attiene al suo sistema di governance. Inserita da Civvì, quella frase di WP:UCOC è solo un buffo tentativo di autoattribuirsi importanza, di recitare le proprie lodi allo specchio, ma non può nascondere ciò che ormai è noto a tutti, cioè l'esistenza di quella "anomalia italiana" dentro al movimento Wikimedia che tanto ci affatica su questo blog e sul suo forum. Un'enorme enciclopedia online con più di 1.800.000 voci gestita "alla buona", senza regole e formalismi, da un gruppetto di utenze che si conoscono da una vita; una comunità sempre più ristretta, sempre più inospitale verso i nuovi utenti e verso gli utenti meno accondiscendenti e malleabili; una comunità in cui la gerarchia di influenza basata sulla dedizione al progetto distorce i processi editoriali, ostacolando l'applicazione imparziale delle regole e il rispetto dei diritti degli utenti.

Chiusa la premessa. Diciamo quindi che per effetto della spinta globale o transwikipediana il 18 gennaio 2024 Superpes15 non a caso uno steward, che ha esperienza di come si svolgono le cose fuori dalla Wikipedia italiana  apre una discussione, che sarà lunga, sull'opportunità di creare un sistema di appello contro i blocchi. C'è qualche resistenza, ma la prospettiva che in futuro gli appelli vengano decisi fuori dal progetto italiano, dall'U4C, convince tutti dell'opportunità di darsi un sistema interno di gestione di questa incombenza fastidiosa. Ognuno aggiunge la sua lista di desiderata più o meno ragionevoli all'elenco di esclusioni dalla procedura di revisione del blocco – no per i blocchi brevi, no per quelli applicati a seguito di UP (discussione comunitaria), no per quelli decisi dai CU (abuso di utenze multiple), no per quelli per minacce legali, no per i blocchi applicati prima dell'entrata in vigore della linea guida sugli appelli... 

Alcune di queste esclusioni mi sembrano poco comprensibili. Ad esempio, non c'è ragione perché i blocchi brevi debbano essere inappellabili: anche se il periodo di blocco è già trascorso, può esserci un interesse dell'enciclopedia a correggere gli errori dei propri amministratori e un interesse dell'utente ad avere nel registro dei blocchi un'annotazione sul fatto che una dato blocco è stata applicato per errore. Né è chiara la ragione per cui gli appelli contro i blocchi per minacce legali richiedano un previo chiarimento in privato con gli operatori del VRT – se l'utente intende ritirare la minaccia può farlo pubblicamente sulla sua pagina di discussione, se intende insistere nella minaccia l'accesso alla pagina di discussione gli sarà tolto. Ma capisco che su queste cose si possano avere opinioni diverse.

Invece su quanto segue non è possibile avere opinioni diverse. Il 9 marzo 2024 Superspritz pubblica la pagina Wikipedia:Revisione del blocco che contiene una regola assurda di cui nessuno aveva mai parlato: un periodo di "raffreddamento" prima di proporre la richiesta di revisione del blocco pari a metà della durata del blocco.

In linea di massima, la revisione di un blocco non può essere chiesta:

  • per i blocchi di durata minore di un anno, prima che sia trascorso metà del periodo del blocco;
  • per i blocchi di durata maggiore di un anno, inclusi i blocchi a tempo indeterminato, prima di sei mesi dal blocco.

Si tratta di una regola demenziale [regola modificata il 24 maggio 2024], che non credo esista su nessun progetto WMF e che certo non esiste sulla Wikipedia spagnola, il cui sistema di appello si era deciso di importare a grandi linee, salvo aggiustamenti. Non possono infatti esserci dubbi sul fatto che una regola del genere è dannosa. Un utente bloccato ingiustamente per un anno o a infinito, invece di aspettare sei mesi per fare ricorso, abbandonerà il progetto, soprattutto se è un neoutente, oppure evaderà il blocco editando come utente non registrato o creando utenze multiple. Se è un utente esperto e determinato forse farà ricorso all'U4C invocando, e spero ottenendo, quella supervisione internazionale sul progetto italiano che si voleva a ogni costo evitare. Del resto se il blocco è davvero ingiusto non c'è ragione per rinunciare alla sua contribuzione per sei mesi. Una procedura di revisione del blocco serve appunto per rimediare a questo genere di danni: prima lo si fa, meglio è. 

Salvo voler assumere la malafede, la regola è il prodotto di un banale errore di Superspritz, che si era offerto di buttare giù il testo della linea guida. Durante la lunga discussione al Bar, Argeste aveva proposto

Suggerirei anche di fissare un lasso di tempo, successivo al blocco, in cui non è possibile appellarsi (per allo scopo di evitare appelli fatti a caldo, e cioè come gesto automatico); la durata di questo tempo potrebbe coincidere con la durata minima del blocco appellabile o con la sua metà, e comunque non la farei inferiore alla settimana.
IlPoncio aveva replicato "secondo me qualche giorno basta" e Argeste aveva spiegato meglio la proposta: 

Mi sarò spiegato male. Scrivendo "potrebbe coincidere con la durata minima del blocco appellabile o con la sua metà" intendo dire che "con la metà della durata minima appellabile". Se riteniamo inammissibili appelli per blocchi fino a due settimane, l'idea è che si debba attendere una settimana sia in caso di blocchi di 15 giorni, sia in caso di blocchi di tre anni. 
A Superspritz deve essere sfuggito questo chiarimento da parte di Argeste – le obiezioni di IlPoncio, invece, potrebbe averle ignorate deliberatamente, perché si tratta di un utente marginale, non ancora autoverificato sebbene registrato da otto anni, senza mai un blocco. Quindi Superspritz ha recepito come regola il fraintendimento di un commento di Argeste. E ciò nonostante il fatto che nella discussione molti "utenti centrali" (admin) avessero fatto commenti che implicitamente escludevano la possibilità di una regola del genere:

se uno ritiene il blocco ingiusto, non vedo perché non dovrebbe appellarsi immediatamente dopo averlo ricevuto (Ruthven)

Esempi assolutamente a caso: puoi appellarti due volte. La prima anche subito (Mtarch11)

Possono appellarsi al blocco gli utenti [...] con inizio del blocco [...] non precedente piú di 6 mesi la data dell’appello [quindi l'appello va fatto entro sei mesi, non dopo sei mesi] (Valcio)

Insomma, si tratta di una regola non solo assurda, ma che nessuno ha mai proposto o difeso e che molti hanno più o meno espressamente rifiutato: una regola del tutto priva di consenso, o che ha lo stesso grado di consenso di un refuso sino a quando qualcuno non lo nota e lo corregge.

Cosa che peraltro accade presto. Subito dopo la pubblicazione della linea guida, l'11 marzo 2024 un utente non registrato (IP 31) fa un po' di copyediting sulla linea guida con una serie di modifiche consecutive che sembrano migliorative e che sono descritte con precisione nel loro oggetto. La pagina cambia così: un chiaro miglioramento stilistico, direi, e anche sintattico/grammaticale. Civvì infatti non annulla, anzi si mette pure lei a limare il testo, ma Superspritz si picca, annulla un paio di modifiche con motivazioni assurde, protegge la pagina e blocca l'IP; arriva Kirk che addirittura rollbecca, buttando via il lavoro dell'IP e anche quello di Civvì. Ci penserà quindi Argeste a limare un po' la prosa di Superspritz (lui può, è un admin). 

Bene, facendo copyediting sulla nuova linea guida IP 31 deve essersi accorto dell'assurda regola sul periodo di raffreddamento e ha aperto una discussione il cui testo non è per noi più accessibile ma di cui vediamo l'oggetto: "Termine per proporre il blocco". Ma Superspritz cancella la pagina di discussione con motivazione "certo che c'è consenso, nessuno ha sollevato problemi o perplessità su questo punto al Bar. Trollare altrove per favore".

Il 23 marzo ci riprova IP 151. Apre la pagina di discussione e viene annullato di nuovo da Superspritz con oggetto "Troll: la proposta è stata fatta al Bar e al Bar nessuno si è detto contrario. Leggi le discussioni invece di far polemica gratuitamente". L'IP lascia un messaggio sulla talk di Superspritz:

scusa ma io tutto questo consenso su quella regola non ce lo vedo nella discussione al Bar (non se n'è quasi parlato) e comunque, se anche ci fosse il consenso, mica è detto che un consenso è per sempre. Lascia aperta la discussione e chi ha ragioni pro o contro dirà la sua

Il commento viene annullato e l'IP bloccato per "trolling"; sulla sua talk, Superspritz gli lascia un messaggio:

Trolling perché:

  1. La proposta di quella durata era emersa in una prima discussione Wikipedia:Bar/Discussioni/Blocchi automatici alle pagine di discussione degli utenti e possibilità di appelli e vi era consenso
  2. La proposta di quella durata era chiaramente visibile nella versione proposta per il consenso e NESSUNO si è detto contrario: non è che il consenso si deve dare esplicitamente su ogni singolo punto. Il consenso è stato dato alla proposta nel suo complesso e in tutti i suoi dettagli.

Ma IP 151 non desiste. Ieri 23 marzo 2024 lascia sulla talk di Superspritz un messaggio da cui questo post è in gran parte tratto. Detto in due parole, Superspritz ha frainteso Argeste, la regola sul periodo di raffreddamento non ha consenso e comunque è assurda. IP 151 pinga mezzo mondo (Argeste, IlPoncio, Ruthven, Mtarch11, Valcio, Superpes15) ma viene annullato da Fresh Blood, che lo blocca perché, a suo dire, è un caso di "Evasione del blocco: Duck test, evasione di utente infinitato". 

Il duck test consiste probabilmente nel fatto che Fresh Blood è un lettore assiduo del Forum di Wikipedate, dove in quei giorni commentavo queste modifiche. Ne segue che IP 151 sono io, oppure che IP 151 è un mio lettore, oppure che io sono un lettore di IP 151; sia come sia, è chiaro che è un long-term abuser e merita che i suoi commenti vengano annullati all'istante. La difesa dell'enciclopedia passa attraverso l'applicazione rigorosa delle regole nei confronti di un troll infinitato in evasione del blocco, se di questo si tratta, o dei suoi meatpuppet. Quale dei due sia il caso poco importa perché "se sembra un'anatra, nuota come un'anatra e starnazza come un'anatra, allora probabilmente è un'anatra" (WP:DUCKTEST): le modifiche degli infinitati e dei loro meatpuppet si rimuovono a vista, punto. Le regole sono regole e vanno applicate sempre

Così, come già in passato, Fresh Blood si dimostra inflessibile e infaticabile nella difesa dell'enciclopedia contro il buon senso. Buon senso che su Wikipedia abbonda quando si tratta di piegare e disapplicare le regole in casi specifici, ma che è una risorsa rara quando le regole si tratta di scriverle e modificarle: si accettano scommesse su quanto tempo rimarrà online l'errore di Superspritz. Abbastanza per dare vita a un "modello italiano" di revisione dei blocchi una volta che sia trascorsa metà della loro durata, quando gli utenti ingiustamente bloccati hanno ormai abbandonato il progetto o iniziato a vandalizzarlo? 

Lo vedremo. Se si consoliderà il modello italiano uscito dalla penna di Superspritz (o dalla sua bottiglia), i wikipediani di tutto il mondo avranno un motivo in più per meravigliarsi di noi.

Commenti

  1. itawikinostra24/3/24 18:14

    Interessante il Super Mario Effect, soprattutto perché non ha fonti al di fuori di Wikipedia. Uno dei rari casi in cui Wikipedia cita sé stessa. Tanto varrebbe aprira una pagina "Wikipedate" o "Wikinostra" su wikipedia in italiano e citare i blog :-D

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    1. Beh ma non è una voce dell'enciclopedia. E' un saggio, un essay. Tecnicamente non sono Ns:0 (namespace principale: l'enciclopedia vera e propria) ma Ns:4 (namespace Wikipedia: pagine di servizio, pagine di progetto, ecc.).

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    2. Comunque sì, penso che potrebbero/dovrebbero dare una pagina del Ns:4 a Wikipedate e Wikinostra

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  2. Anche io ho pensato che Fresh Blood vedesse uno di noi dietro a quello. Sono comunque molto scettico su questa cosa che è successa

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  3. itawikinostra24/3/24 23:50

    Come si commentava sul forum (https://forum.wikipedate.com/Introduzione-di-un-sistema-di-appello-pubblico-contro-i-blocchi-td351i20.html#a908) prendendo spunto da una mezza ammissione di Kirk esistono con ogni probabilità uno o più canali "occulti" in cui alcuni admin interagiscono privatamente a lungo su certi temi e poi prendono delle decisioni basate su quelle discussioni "segrete" parallele.
    Ecco spiegato il "consenso" altrimenti incomprensibile in certi casi come quello delle tempistiche di revisione dei blocchi "imposte" da Superspritz e citato nel post.

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    1. Io quasi mi augurerei che ci sia uno spazio in cui gli admin discutono tra loro; almeno discuterebbero. Invece temo che la loro mailing list sia a basso, bassissimo traffico, e che le uniche ragioni per cui ora nessuno correggere Superspritz sono, primo, che pochi se ne sono accorti e, secondo, quelli che se ne sono accorti non vogliono dare fastidio, mostrarsi poco collaborativi ("se nessun altro solleva problemi, vorrà dire che c'è consenso"), recepire le indicazioni che vengono da un IP o da questo blog/forum, ecc.; cioè tutte motivazioni fondamentalmente passive, riconducibili al fatto che nessuno se ne interessa abbastanza. Discutono per giorni e giorni sulla fisionomia della revisione dei blocchi e quando esce fuori la linea guida lasciano perdere, fanno spallucce, si voltano dall'altra parte.

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  4. itawikinostra25/3/24 12:52

    Per quanto riguarda l'applicazione pedissequa delle regole, ammesso e non concesso che il risultato del duck test finale abbia colto nel giusto, tutte le cancellazioni precedenti erano scorrelate da una ricerca o illazione di sockpuppet, quindi le accuse ridicole di trolling sono state un ennesimo miserabile abuso.

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  5. Mi permetto di dissentire: le linee guida sono fatte per essere rispettate, ma se vengono formulate in modo troppo blando alla fine si troverà sempre il cavillo che permetterà di eluderle, soprattutto da parte chi magari ha interesse affinché una certa linea guida non venga approvata perché restringerebbe la sua "libertà d'azione" (leggi colpi bassi e azioni sprezzanti delle linee guida). Se invece una linea guida è formulata in modo chiaro, senza espressioni ambigue, e soprattutto si applica in maniera imparziale per tutti, ma proprio tutti, allora questo tipo di situazioni sono meno probabili.

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  6. Mi commento da solo per segnalare una discussione sul tema di questo post. Notevole la giustificazione che Mtarch dà alla regola del periodo di raffreddamento: "Da quando sono qui non ricordo di aver mai visto blocchi lunghi ingiusti, altrimenti in giro ci sarebbero dei pessimi admin". Notevole anche il commento di Civvì striccato, seguito da un commento che aggiusta il tiro per difendere l'indifendibile. Discussione sul Forum.


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    1. Mai sbagliato con i blocchi lunghi? Bella questa

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